La pandemia ha riscritto la storia per molti versi del presente che si sarebbe potuto vivere, rispetto a quello che effettivamente si vive. Con essa è cambiato tutto, dal lavoro alle relazioni sociali. Ma soprattutto c’è stata una costante: il tempo speso online è cresciuto esponenzialmente, senza più avere una distinzione tra lavoro, svago, affari. C’è e basta. Va da sé che sia cresciuta l’attenzione su diversi aspetti, primo fra tutti quello legato alla cybersicurezza e le sue insidie, siano essi virus, spyware, social engineering e compagnia cantante.
I rischi cyber: quali sono e come difendersi?
Ovviamente l’universo del cybercrime è vasto e variegato. Ma generalmente si può ridurre a due categorie di “rischio”. Esse sono rappresentate dal rischio IT “puro”, laddove si verificano eventi accidentali su sistemi IT. I più comuni sono gli errori umani, così come i blackout elettrici. C’è poi il cybercrime in sé e per sé. Con questo termine si fa riferimento a tutte le attività illegali commesse da un gruppo di utenti. Le più note oggi sono ransomware e social engineering.
Intanto una un’indagine condotta da Kaspersky svela anche le soluzioni migliori per proteggersi dal cybercrime in contesti come quello aziendale. Dove c’è un problema comunicativo alla base, il crimine informatico prospera. Pertanto il primo passo da compiere, sempre e comunque, è quello della risposta interna, soprattutto in chiave aziendale. I problemi, del resto, non mancano anche nelle aziende stesse: burocrazia eccessiva, linguaggio troppo tecnico, fondi non a sufficienza, divergenze di pareri sulle strategie da adottare, mancanza di formazione degli addetti ai lavori. Insomma, una serie di problematiche che di certo rendono più dura la lotta al crimine via web.
La tecnologia come migliore alleata
La risposta proviene sempre più spesso dalla tecnologia che, al netto di considerazioni varie, resta la miglior alleata nella lotta contro il cybercrime. Su tutti l’Intelligenza Artificiale, che può essere utilizzata per leggere e interpretare i dati che arrivano da utenti e consumatori. Monitorare i dati, elaborarli e personalizzare le strategie è molte volte determinante per prevenire qualsivoglia tipo di problema prodotto dal web, anche anticipandolo. L’azione umana resta però sempre fondamentale e la prima prevenzione parte sempre dagli esseri umani.
I settori che rischiano di più
Del resto il cybercrime non fa prigionieri ma anche in questo caso esistono settori che patiscono di più gli attacchi informatici. Trattasi di banche, istituti finanziari, piattaforme di gioco online. A conti fatti sono questi i canali più battuti dal crimine informatico, anzitutto per questioni economiche, legate perlopiù ai servizi che offrono. Policy informatiche ed infrastrutture più rigide ed articolate possono essere valide barriere da opporre a tentativi di frodi e furti.