Facendo una ricerca su Internet, tra vocabolari di lingua italiana e anche enciclopedia online come Wikipedia vi sorprenderà una cosa: la noia non è una malattia e non è considerato uno stato d’animo o temporaneo negativo ma è semplicemente una condizione da accettare.
La noia nel linguaggio comune è uno stato di malessere, sonnolenza, voglia di fare qualcosa quando stiamo vivendo un momento in cui non abbiamo nulla da fare ma vorremo fare qualcosa.
Un momento di sonnolenza e disinteresse quando siamo costretti a stare in un posto o fare qualche cosa che non interessa fare, purtroppo l’esempio più classico è una lezione di scuola o università che non interessa ma bisogna seguire, alcuni momenti professionali, ad esempio delle mansioni ripetitive e monotone, una conferenza poco stimolante o interessante, eccetera.
Dovete sapere una cosa, la noia a seconda di come si manifesta e come si esprime per gli psicologi e gli studiosi ha delle definizioni precise che non è mai noia ma: depressione, apatia, disinteresse, voglia di fuga, mancanza di energia o interesse.
Insomma, danno una definizione precisa al momento in cui noi diremmo semplicemente “che noia” ma perché ci si sta annoiando?
La risposta è importante perché sono associate le sensazioni fisiche del nostro corpo
Se fate una ricerca tra vocabolari, dizionari, enciclopedie e altro vi rendere conto che il concetto di noia è associato ad un malessere/stasi dovuto al non far niente o all’incapacità di poter agire contro una situazione, la voglia di fuggire, attivarsi, ribellarsi, eccetera.
Secondo voi, tutte queste cose che può ispirare, rendere felici e contenti di un condizione che umanamente tutti vorrebbero evitare perché naturalmente si è propensi sempre alla libertà e alla felicità?
Risposta molto semplice: filosofi, poeti, scrittori e anche studiosi di psicanalisi e psicologia.
Gli antichi romani e greci, ma poi anche in grandi pensatori del medioevo e del Rinascimento, fino a poi a tutti gli Illuminati e i Positivisti del l’800 e del 900.
La mancanza di cose da fare, la malinconia e lo stato emotivo del momento è fonte di ispirazione intellettuale, politica, filosofica e poetica.
Potrebbe e spesso è così anche per le persone che non sono artisti, scrittori e poeti.
La noia infatti intesa come mancanza di cose da fare attiva la voglia di fare qualche cosa per essere contenti, ridere, sperimentare felicità.
Se tutto ciò non c’è il nostro corpo reagisce soprattutto in una maniera: spegnendosi!
Quindi arriveranno gli sbadigli, la voglia di dormire o riposarsi e se questo stato si allunga per molto tempo veramente si finisce nell’apatia e disinteresse generale, finanche alla depressione ma non per tutti.
Come affrontare la noia in tutti i contesti?
Si potrebbe prendere spunto da poeti, scrittori, filosofi e pensatori: nei cosiddetti momenti morti della giornata o della settimana si potrebbe prendere un libro o un giornale e leggere.
Al giorno d’oggi però abbiamo computer e soprattutto smartphone che con la connessione ad Internet sempre attiva ci permette di navigare tra social network e piattaforme di sport e gioco, di guardare video, film o ascoltare musica.
Sicuramente c’è una cosa da non fare: se vi annoiate evitate di dormire perché può diventare un vizio la pigrizia. Meglio fare una passeggiata, fare una telefonata ad un amico, fare ginnastica oppure occuparsi di un hobby.
Dovete sapere che spesso ci si annoia facendo cose e purtroppo mentre si studia o si lavora.
Se state seguendo una lezione ricordate di prendere appunti e non fermarvi mai, se siete assonnati e un po’ spenti chiedete se è possibile aprire un po’ la finestra perché l’aria che circola riattiva, stiracchiatevi un pochino per rienergizzare muscoli e attenzione.
Sul lavoro invece, sono importanti le piccole pause anche di pochi minuti (abbiamo detto pochi minuti…) e completare con pazienza gli impegni che avete fino alla fine della giornata.