In Italia, si stima che il 15% circa delle coppie incontri problemi a concepire. Per amor di precisione, è bene ricordare che si parla di infertilità nel momento in cui non si riesce ad arrivare a gravidanza a termine e bambino vitale in braccio.
Nel caso della sterilità, invece, si inquadra l’incapacità di una coppia di arrivare al concepimento dopo almeno 12 mesi di rapporti mirati e non protetti.
Circa il 30-40% delle diagnosi di sterilità femminile sono legate a fattori che coinvolgono le tube di Falloppio.
Controllare la loro pervietà è fondamentale anche quando si ha a che fare con diagnosi legata a un fattore maschile e, per esempio, si ricorre a una fecondazione assistita di primo livello con sperma da donatore.
In questi casi, alla donna viene blandamente stimolata l’ovulazione e, in un giorno stabilito a seguito di specifiche analisi mediche, si inocula il seme per favorire il concepimento.
Ciò richiede, per ovvi motivi, la pervietà delle tube. Per riscontrarla, si può ricorrere a un esame noto come sonoisterosalpingografia. Scopriamo bene cos’è nelle prossime righe.
Che differenza c’è tra sonoisterosalpingografia e isterosalpingografia?
La sonoisterosalpingografia è un esame che, come appena accennato, ha lo scopo di verificare la pervietà delle tube, ma non solo. Viene eseguito – anche a livello ambulatoriale – pure con il fine di analizzare la cavità uterina in modo da intercettare la presenza di aderenze, malformazioni, aumenti di spessore anomali dell’endometrio.
L’isterosalpingografia si focalizza sui medesimi obiettivi.
La differenza sostanziale risiede nel fatto che, quando si effettua il primo dei due esami elencati, si ricorre all’ecografia e all’introduzione, passando dal collo dell’utero, di una soluzione sterile a base di acqua e sale.
Con l’isterosalpingografia, invece, si concretizza una procedura che prevede sia l’utilizzo dei raggi X, sia il ricorso a un mezzo di contrasto.
Quest’ultimo, che è un liquido iodato iniettato nell’utero attraverso un catetere, può essere causa di notevole fastidio (non a livelli tali da richiedere anche solo una leggera sedazione).
Come si esegue la sonoisterosalpingografia?
La sonoisterosalpingografia si esegue con la paziente sveglia posizionata sul lettino ginecologico. Il ginecologo introduce lo speculum nel canale vaginale e, tramite il collo dell’utero, fa passare un catetere. Quest’ultimo, molto sottile, è realizzato in materiale plastico.
A questo punto, entra in gioco la guida ecografica, che permette di iniettare una quantità estremamente ridotta di soluzione salina.
Con l’aiuto degli ultrasuoni, è possibile controllare in tempo reale il suo percorso.
In questo modo, l’operatore ha la possibilità di controllare, arrivando fino alla cavità uterina, se sono presenti ostruzioni delle tube o anomalie a livello dell’utero.
L’esame, da eseguire durante la fase follicolare, ossia fra il sesto e il dodicesimo giorno di ciclo, dura circa 30 minuti, dopo i quali la paziente può riprendere tranquillamente le normali attività della sua quotidianità.
La sonoisterosalpingografia è dolorosa?
La sonoisterosalpingografia è un esame non doloroso e molto meno invasivo rispetto all’isterosalpingografia.
Come prepararsi alla sonoisterosalpingografia?
Prima di sottoporsi all’esame, la paziente dovrebbe osservare alcune accortezze.
Necessario innanzitutto è astenersi dai rapporti a partire dal giorno precedente l’arrivo del flusso mestruale.
Essenziale è non essere gravide. A tal proposito, è bene sottoporsi a un test nei giorni indicati.
Nei due mesi precedenti l’esame, è altresì necessario aver eseguito un tampone cervicale, che deve restituire esito negativo.
Ricordiamo che la sonoisterosalpingografia è controindicata nelle pazienti con patologie cardiovascolari o respiratorie.
Quali sono gli effetti collaterali della sonoisterosalpingografia?
La sonoisterosalpingografia – esame che permette, in alcuni casi, di bypassare il ricorso alla chirurgia laparoscopica in quanto è una procedura caratterizzata da estrema accuratezza – può prevedere, durante l’esecuzione, diversi effetti collaterali.
Tra questi ricordiamo il dolore pelvico, la nausea, la sudorazione e la bradicardia.
Il dolore pelvico può persistere anche dopo l’esame ed essere accompagnato da perdite ematiche a livello vaginale.
Da citare sono infine complicanze di rara frequenza come la febbre, così alta da richiedere la somministrazione di antibiotici, e la peritonite.
Anche se si tratta di un esame rapido, indolore e non invasivo, è comunque bene affidarsi a professionisti altamente specializzati (se stai cercando un riferimento nella capitale, prenota una visita ginecologica presso lo Studio Cimed a Roma).
Solo così si può avere una valutazione preliminare completa e farsi consigliare da chi è davvero competente la strada più rapida per arrivare alla causa del mancato concepimento.