Internet, tecnologia e mondo dei videogiochi sono legati tra loro da un fil rouge indissolubile. Ad ogni progresso in chiave tecnologica si è spesso verificato anche un potenziamento nel mondo del gaming, con console sempre più aggiornate o titoli capaci di garantire un gameplay senza eguali rispetto al passato. L’avvento di Internet, inoltre, non ha solo rivoluzionato il modo di giocare ma anche i luoghi. Le sale da gioco stanno lentamente scomparendo dalla geografia italiana a beneficio di quelle virtuali, che ospitano i medesimi giochi: dal bingo in rete al poker o blackjack, senza contare un innumerevole quantità di slot e skill games in generale.
Il Cloud-gaming
Al giorno d’oggi, la maggior parte della popolazione conosce un servizio di intrattenimento in streaming: Netflix vanta il primato, ma nel giro di una manciata d’anni sono state numerosissime le aggiunte. Disney+, Prime Video, Tim Vision e Paramount+ ne sono solo un breve elenco. Il funzionamento del cloud gaming si basa sul medesimo concetto dello streaming, anche se richiede una potenza di connessione molto più grande. L’utente ha la possibilità di abbonarsi ad uno dei servizi erogati dalle piattaforme che mettono a disposizione il servizio e, mediante la connessione internet, può avere accesso ad un vasto catalogo di videogiochi, che possono così essere utilizzati senza necessariamente dover comprare il singolo gioco.
L’uso dell’AI: le mappe di gioco implementate
Il progressivo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale ha avuto risvolti pratici anche nel mondo legato ai videogiochi. Questo tipo di tecnologia, in realtà, è utilizzata di default da diverso tempo da questa industria, che se ne avvale sistematicamente per la simulazione delle partite nei videogiochi sportivi ad esempio. Con i recenti passi avanti, però, il ruolo è divenuto sempre più cruciale nella strutturazione stessa del gioco. Sempre più spesso, infatti, si diffondono videogiochi openworld, un gergo tecnico che va ad identificare un gioco privo di trama di fondo, in cui l’utente è libero di muoversi all’interno della mappa di gioco. Diventa perciò evidente quanto sia cruciale la sua strutturazione e con l’utilizzo dell’AI può raggiungere (e di fatto lo sta già facendo) livelli di realismo mai toccati in precedenza.
L’uso dell’AI: il deep learning
Tra le tante potenzialità che può avere l’utilizzo dell’AI nel mondo dei videogiochi, quella probabilmente più affascinante è legata al deep learning. Per i non addetti ai lavori, questo termine viene utilizzato dagli studiosi per indicare un metodo di elaborazione dei dati all’interno del computer, in modo tale da assomigliare sempre più al cervello umano. Questo aprirebbe scenari mai visti all’interno di un videogioco. I personaggi secondari non sarebbero più lo sfondo a cui i giocatori sono ormai abituati, che replicano costantemente le medesime azioni, ma characters a tutto tondo. Ancor più rilevante sarebbe però l’azione nel gameplay in relazione al personaggio principale. Per la prima volta, infatti, si arriva a parlare della possibilità di una memoria interna al personaggio, da non confondersi ovviamente con il salvataggio del gioco. Quest’ultimo, infatti, esiste da ormai decenni e offre la possibilità all’utente di interrompere il gioco senza rendere nulli i progressi fatti fino a quel momento, per poter poi riprendere allo stesso punto di prima. Risulta essere ben diverso il caso della memoria interna dei personaggi, che potrebbero cioè avere ricordi (e imparare) da quanto commesso in precedenza.